Un intervento di Giancarlo Basile sulle spere e sull'ancorare di poppa
Caro Presidente,
i due argomenti inseriti nel sito sono molto interessanti, oltre
che
ben spiegati. Non ho potuto vedere i filmati tuttavia non ho avuto
alcuna
difficoltà "vedere" le situazioni esposte, che peraltro hanno
pienamente
confermato le mie idee a proposito di "effetti da frangente".
A proposito dell'opportunità di avere una spera a bordo
(ce
l'ho sulla mia barca e l'ho sempre avuta sulle barche che ho avuto o
con
le quali ho navigato), penso sia doveroso ricordare che i marinai delle
passate generazioni la usavano regolarmente quando navigavano in poppa
tra
pericolosi frangenti (chi si dice inventore della spera, forse in buona
fede,
è perciò alquanto carente di cultura marinara). In
particolare
i pescatori dell'Alto Adriatico, famoso per i suoi violentissimi
"neverini", la portavano sempre sui loro bragozzi, e, quando venivano
sorpresi dal neverino
(fortissimo colpo di bora da NE), si buttavano in costa andando ad
arenarsi
sulla spiaggia con la spera filata di poppa, che la teneva presentata
ai
frangenti. In tal modo salvavano la pelle e la barca, che altrimenti si
sarebbe sicuramente traversata e rovesciata.
Nel 1964, la notte dell'8 Luglio, fui sorpreso da un neverino al
largo
di punta Maestra, con una motosilurante tipo Higgins (il mio primo
comando
in Marina). Non avevo la spera, mi salvai grazie ai tre motori avio
Fraschini)
da 1500 cavalli ciascuno che mi consentirono di manovrare bene mentre
tornavo
a Porto Corsini in poppa, tra i frangenti. Andavo a oltre 30 nodi,
all'incirca
alla loro stessa velocità. Ricordo che la bandiera nazionale si
ridusse
a brandelli sventolando VERSO PRUA, un fatto indicativo della
velocità
del vento in poppa, che aveva la forza dell'uragano.
Una nave all'ancora davanti al porto di Ancona ruppe la catena e
si
spezzò in due sul frangiflutti, diversi pescherecci trovarono
scampo
buttandosi sulla spiaggia con la spera a rimorchio, rispettando la
tradizione,
tutti gli stabilimenti balneari volarono via, molti grandi alberi
furono
abbattuti dal vento, furono scoperchiate numerose case..... I vecchi
pescatori
della zona ricordano ancora quella notte.
Una diecina di anni or sono vidi coi miei occhi una barca di 10 metri
che
provava ad entrare in porto a Riva di Traiano a secco di vele, con un
forte Libeccio
e onde frangenti. Avvicinandosi alla costa fu colta da un grosso
frangente,
traversata e trasportata velocemente per almeno 200 metri fino a essere
buttata sui bassi (per fortuna!) scogli. L'equipaggio di tre persone se
la
cavò con ferite più o meno gravi, la barca rimase sugli
scogli
alcuni mesi, venne depredata di tutto il depredabile e infine
l'armatore
dovette anche pagare per sgomberare il relitto, che non faceva una
bella
figura davanti al porto.
Per quanto riguarda l'ormeggio alla boa (o all'ancora) di poppa, non
posso
che concordare con tutto quello che dice l'autore. Tuttavia le ancore,
i
salpa-ancore, le catene continueranno a stare a prora per chissà
quanto. La prora è sempre la parte della barca più
indicata
per sostenere il cattivo tempo all'ancora. Le violente abbattute a
dritta
e a sinistra, che sono la causa degli inconvenienti dell'ormeggio
all'ancora,
possono essere eliminate con una vela piccola e robusta, come la
tormentina,
ingarrocciata al paterazzo, alzata con la drizza della randa o con
l'amantiglio
del boma e tenuta bordata piatta in mezzeria da una scotta che fa via
ad
un
bozzello alla varea di un buttafuori che io tengo permanentemente
armato,
anche perchè assolve all'importante altra funzione di fungere da
corrimano
a chi sale a bordo con la passerella quando siamo in porto.Il
buttafuori,
incocciato ad un robusto golfare che nel mio caso ho potuto fissare
all'altezza
del balcone, deve essere adeguatamente tenuto inposizione da un
amantiglio
e da due venti sottostanti, dati volta alle due estremità dello
specchio
di poppa (io uso le due bitte d'ormeggio, volendosi possono prevedere
altre
due gallocce).Una cosa insolita che meraviglia un po' tutti, ma che io
(e
mia moglie soprattutto) trovo utilissima anche in questa sua funzione
secondaria.
Le passerelle spesso sono pericolose!
Mi è capitato più volte di stare all'ancora con
questa
vela appositamente disegnata (6 mq che sporgono a poppavia del
paterazzo)
restando sempre con la prua al vento. La consiglio vivamente, visto che
stare
con la poppa presentata al vento è oltretutto scomodo per chi
deve
continuare a vivere a bordo, mentre, specialmente con la cappottina
paraspruzzi
(pure consigliabile), si sta benissimo se al vento c'è la prua.