Moitessier si è sbagliato?

A seguito di queste pagine è nata una scuola di pensiero che nega validità alle spere.

Moitessier scriveva nel 1967, oggi si ritengono le spere indispensabili con onde frangenti di potenza tale da essere in grado di rovesciare la barca e comunque molto utili con frangenti di potenza inferiore.

Ma allora dove sbaglia il nostro grande navigatore?

Oggi sappiamo molte cose sulle spere e sui frangenti che sicuramente allora non si conoscevano.

Per iniziare sappiamo (test di Shewman) che un cavo trainato senza niente attaccato ha una resistenza praticamente nulla: meno dei 150 kg necessari a far partire lo strumento di misura.

Poi sappiamo che cavi corti vengono spinti in avanti dal frangente in arrivo e quindi non frenano o frenano molto tardi, in quanto ci mettono del tempo a entrare in tiro. Sappiamo che un cavo zavorrato si porta in profondità e quindi non viene spinto in avanti dal frangente, ma frena quasi come un cavo libero, non offrendo la zavorra (piccola e pesante) resistenza significativa all'acqua.

Sappiamo anche dal rapporto della Guardia Costiera statunitense di cui parleremo più avanti che per essere efficace una spera deve essere in grado di presentare una resistenza di circa il 75% del dislocamento. Joshua aveva un dislocamento di 13,4 tonnellate, quindi una spera che evitasse il ribaltamento di Joshua dovrebbe aver avuto un resistenza di circa 10 ton.

Le spere filate da Moitessier, a essere molto generosi, potevano dare una resistenza dell'ordine di 2-3 ton massimo quando andavano in tiro e ci sono molte perplessità sul fatto che entrassero in forza entro tempi ragionevoli, anzi la testimonianza di Moitessier ci conferma che iniziavano a frenare troppo tardi ("La poppa si solleva, come al solito, e, con una brusca accelerazione, senza la minima sbandata, Joshua si pianta nel mare, a un angolo d'una trentina di gradi, fino alla mastra del tambucio...Quasi subito emerge. Siamo stati sul punto di fare la capriola..").

Quindi sicuramente le spere erano insufficienti come resistenza e di disegno sbagliato in quanto non entravano in tiro abbastanza rapidamente.

Oggi conosciamo abbastanza bene il comportamento di uno yacht colpito da un frangente (vedi i video di prove su modelli pubblicati su www.aaiv.it).

Sappiamo che un'onda può viaggiare a velocità dell'ordine dei 20-30 nodi, ma sappiamo che viaggia solo la forma dell'onda, non l'acqua, che resta praticamente ferma.

Diverso è il caso delle onde frangenti: queste hanno una cresta spumeggiante che viaggia quasi alla stessa velocità dell'onda.

Se una barca viene colpita da un frangente può venir sollevata dalla spuma e venir trascinata via a grande velocità magari senza danni, ma se qualche parte della barca inciampa nell'acqua ferma succedono sicuramente dei guai: la barca si traversa o addirittura si capovolge o se inciampa di prua può anche fare una capriola, sempre che il frangente abbia abbastanza potenza.

Rileggiamoci cosa ha scritto Moitessier e scopriremo che Joshua veniva colpito dal frangente, accelerava, talvolta si coricava. Con l'ultimo frangente ha fatto un surf di 30 metri. Ora trenta metri a circa 20-30 nodi di velocità significa circa 3 secondi: è chiaro che la spera non è entrata in azione in tempo.

Un altro punto va chiarito: Moitessier lamenta che i cavi frenavano troppo la barca rendendo il timone inefficiente, che non riusciva a mettere al barca con la poppa al vento.

Sappiamo oggi che il punto di fissaggio dei cavi è fondamentale: se il punto di fissaggio è troppo indietro o se è troppo avanti la barca perde manovrabilità al timone, come ben sanno i comandanti dei rimorchiatori.

Figure: Il traino

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Se il tiro delle spere è asimmetrico, tenderà a far deviare la rotta della barca.

Potrebbero essere questi i motivi che rendevano Joshua ingovernabile.

In effetti una spera moderna tipo Jordan produce un tiro simmetrico, si prende cura della rotta, mantenendo la barca con la poppa al mare e la barca non ha bisogno di timoniere.

Quindi quasi sicuramente possiamo dire che:

Una spera deve entrare in tiro subito, frenare la barca in modo che il frangente passi avanti velocemente senza riuscire a coricare o capovolgere la barca.

Moitessier ci racconta che dopo aver tagliato i cavi la barca era libera, partiva in surf appoggiando il mascone e rispondendo al timone.

Qui possiamo solo supporre che seppur il vento non fosse diminuito, i frangenti non fossero più pericolosi come prima (teoria di C. A. Marchaj, aeronautico polacco), o che il vento fosse leggermente diminuito ma che Moitessier non l'avesse notato.

Giulio Mazzolini 2006-10-17