Una volta i timoni erano a barra, la spingevate a dritta e la barca andava a sinistra, e viceversa. Oggigiorno il comandante medio, di pretta cultura automobilistica, non ci si raccapezza. E così i cantieri oramai mettono il timone a ruota, che assomiglia al volante, anche in barche dove non servirebbe e anzi diventa solo un ingombro inutile.
D'altra parte la maggior parte dei bocciati alla prova pratica per la Patente Nautica sbaglia proprio a virare con la barra, spingendola nel lato sbagliato.
Vogliamo scoraggiare le vendite?
Ma poichè il timone a ruota non solo ingombra il pozzetto, ma rende leggermente complesso entrare nella barca da poppa, ecco l'ultima invenzione, il timone a ruota pivotante, che ruota di 90 gradi e si mette parallelo alla barca, permettendo di salire elegantemente da poppa, senza movimenti scomposti.
Oppure la ruota pieghevole che riduce lo spazio occupato, sempre per salire agevolmente a bordo, di poppa.
Ma quante volte al giorno la ciurma sale in barca??
E sempre di poppa?
E se poi ormeggiamo di prua?
Un giorno ho visto una barca a una Fiera con due timoni a ruota, uno a dritta e uno a sinistra, mia moglie mi ha chiesto a cosa servissero. Pensavo a qualche vantaggio per il timoniere che così si sposta da dritta a sinistra, per bilanciare la barca e vedere meglio. Mi sbagliavo: ho sentito un visitatore dire alla moglie, "guarda come comodo salire in quella barca con due timoni che ha tanto spazio libero in mezzo per salirci più facilmente".
(Nota: devo a Pino Aprile la vera ragione del doppio timone: racconta nel suo libro Il mare minore che quando gentilmente gli fu offerto il timone di Merit-Cup durante la Whitbread dopo un po' scoprì che sull'altro c'era il vero timoniere che teneva saldamente la situazione sotto controllo. Nelle foto si vede un solo timone con un solo timoniere: per una foto così quanto paghereste?)
Giulio Mazzolini 2005-11-20