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Accademia Adriatica Internazionale della Vela
International Sailing Academy of the Adriatic
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Uno scambio di opininioni tra Michele Costabile, Yachts.it e Il Presidente della AAIV

26 aprile 2006

Caro Costabile
innanzi tutto complimenti per la Sua attività: credo unica in Italia e insostituibile. Le scrivo per alcuni chiarimenti. Leggendo il testo del Comandante Martucci ho fatto un balzo.

Leggo:
"Infine, nulla è cambiato per quei proprietari (o locatari) di unità da diporto che intendono avvalersi del servizio di terzi per far condurre l'unità propria o presa in locazione. In tal caso non è necessario possedere il titolo professionale poiché l'unità può essere comandata con la patente nautica."
Quindi molto rumore per nulla: quanti sono gli skipper che lavorano nel noleggio? E poi non basterebbe fare due contratti, uno di locazione tra la società di charter e il cliente e un secondo di arruolamento tra il cliente/armatore e lo skipper e così circuire la legge? Nella ns Associazione molti giovani si rivolgono a noi per iniziare la carriera professionale di skipper. Mi sembra chiaro adesso che possono iniziare da subito (se hanno la Patente).

Ecco le domande:

  • esiste un contratto tipo di arruolamento tra skipper e armatore?
  • quali sono le forme fiscali adatte per uno skipper solo Patentato che ottiene in genere solo brevi ingaggi stagionali? Basta rilasciare ricevute con il proprio codice fiscale e fare la denuncia dei redditi a fine anno o cosa?
  • la nuova legge prevede che una barca che viene data in locazione debba essere così iscritta in Capitaneria e che non possa essere usata per altri scopi. Mi sembra assurdo, ci sono molti armatori che sono disposti a dare in locazione per brevi periodi la propria barca, ma che non sono affatto disposti per questo a rinunciare a usarla per se stessi.
    Ancora una volta la legge li spingerà a fare le cose in nero o esiste una finestra che inquadri questo caso?
La ringrazio vivamente per quanto potrà dirmi.
Cordiali saluti

Giulio Mazzolini
Presidente
Accademia Adriatica Internazionale della Vela
Trieste


Gentile Presidente AAIV Giulio Mazzolini,

e per conoscenza al Presidente AINUD Antonio Barabino
e per conoscenza al Presidente AMADI Oscar Borghini
e per conoscenza al Direttore Generale di Viareggio-Fucina Com.te Paolo Colombo
e per conoscenza a Carlo Marzano, Fare Vela
e per conoscenza a Maurizio Anzillotti - SoloVela

Le Sue domande sono intelligenti e mi stimolano ad alcuni pensieri che Le riporto di seguito in attesa di approfondire, magari telefonicamente, il discorso. Inoltro, come legge, la risposta anche alla AINUD ed alla AMADI che mi onorano della loro stima.
Spero che da quanto riportato possa nascere un ulteriore dibattito che porti quanto prima a proporre modifiche intelligenti alle regole che attualmente ci governano.

a) Nella locazione (contrariamente al noleggio) non esiste un contratto di arruolamento tra skipper e armatore, lo skipper che si elegge responsabile della conduzione, semplicemente sottoscrive il contratto di locazione insieme al Cliente (che a sua volta diviene armatore temporaneo dell'unità con responsabilità civile). In questa soluzione si vede che il cliente prende la responsabilità civile dell'armamento dell'unità mentre lo skipper prende la responsabilità della conduzione in forza della sola patente nautica (altro non è richiesto dalla legge). A molti ciò non piace perché nulla testimonia quanto lo skipper sia preparato (non ha corsi IMO né titoli professionali ma prende ugualmente la responsabilità di condurre in mare clienti paganti, proprio come nel noleggio...)

b) Sento anche io la necessità di un VERO contratto di arruolamento tra lo skipper ed il cliente purtroppo esso contratto è attualmente sostituito dalla coesistenza sul contratto di locazione delle due firme congiunte (skipper + cliente/armatore). La base giuridica su cui ciò avviene è inoppugnabile: l'armatore è (e deve essere) sempre libero di far condurre la propria barca (anche nel caso di contratto di armamento temporaneo = locazione) da chi gli pare. La libertà è sovrana.

Purtroppo la situazione che ne deriva risulta sterile per il marittimo "stagionale" (possiamo chiamarlo marittimo?) a cui l'attività svolta non è riconosciuta come imbarco (né può imbarcare a libretto altrimenti cadremmo nel noleggio con regime anche fiscale differente) e risulta di scarsa tutela per il cliente che non ha alcun metro per misurare le effettive capacità di chi condurrà la sua barca.

Un vero contratto di imbarco temporaneo dovrebbe esistere e prevedere una dinamica semplificata per tutte le parti (Operatore charter, cliente, skipper) che a fronte di una comunicazione, magari a mezzo fax, alla Capitaneria potessero dichiarare lista di equipaggio e conduttore dell'unità locata con skipper.
A fronte di un piccolo sforzo del genere il patentato dovrebbe avere la POSSIBILITA' (non l'obbligo) di acquisire un riconoscimento (lista di incarichi svolti) che possa portarlo un giorno, dopo un certo numero di mesi riconosciuti, ad accedere a corsi di specializzazione e quindi ad esami come quello per l'ufficiale del diporto.

c) Lei pensa che siano pochi gli skipper che lavorano nel noleggio? Forse si, ma solo per il momento.
In Italia dobbiamo comprendere che il noleggio è l'unica possibilità di nascita del turismo nautico, rappresenta l'unica formula "pulita" percorribile per ospitare a bordo di barche da charter persone estranee al mondo del mare, prive di patenti o di conoscenza delle barche: anziani, giovani, turisti che viaggiano da soli o al massimo in coppia possono accedere al turismo nautico solo con il noleggio, possibilmente inteso come noleggio alla cabina. I turisti che girano per l'Italia sono milioni, e milioni sono gli anziani e gli studenti. Quanti sono gli appassionati velisti con la patente in tasca? L'attuale maggioranza dei clienti della locazione sono poche decine di migliaia ed difficile che possano crescere in modo significativo nei prossimi anni.

d) Molto rumore per nulla? Alla luce delle prospettive del noleggio il rumore non è esagerato: chi oggi conduce barche da locazione (95% delle unità naviganti) NON avrà MAI modo, stante i regolamenti attuali, di accedere a titoli professionali perché la sua navigazione è esercitata in forza non di un IMBARCO ma di una scrittura tra le parti (contratto di locazione) in cui figura come patentato incaricato di condurre l'unità e NON come professionista che svolge un lavoro.

Ciò non ci preoccupa per coloro che già possiedono il titolo di Conduttore ma è pazzesco per tutti quei giovani (e sono tanti) che oggi si fanno le ossa nella locazione ed a cui viene impedita ogni futura crescita nel settore.

Lei dice che "nella ns Associazione molti giovani si rivolgono a noi per iniziare la carriera professionale di skipper" sarebbe bello che così fosse ma purtroppo attualmente può dire a questi ragazzi che semplicemente perdono il loro tempo. Ciò che fanno non ha valore per il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Possono imparare, e certamente imparano, ma ciò che imparano non diventerà mai una professione.

e) Come abbiamo visto la formula fiscale della prestazione è quella della prestazione d'opera "occasionale" NON esercitata in esercizio di Arte o Professione e NON riconosciuta come dalla Marineria.

f) Le unità commerciali non possono effettuare navigazione estranea al commercio, confermo. Sono allo studio norme per rendere più elastico l'utilizzo ad esempio in caso di trasferimenti, uscite tecniche di prova ecc. ma la legge è così e prevede sanzioni per chi la infrange.
Anche i taxi soggiacciono alla stessa regola che rappresenta forse l'unico serio deterrente per evitare una invasione del mercato da parte di operatori improvvisati...
Pensa davvero che sia una norma totalmente sbagliata? Io non ne sono certo.

In attesa di continuare la conversazione La saluto cordialmente,
Michele Costabile


Gentile Michele Costabile, Yachts.it

e per conoscenza al Presidente AINUD Antonio Barabino
e per conoscenza al Presidente AMADI Oscar Borghini
e per conoscenza al Direttore Generale di Viareggio-Fucina Com.te
Paolo Colombo
e per conoscenza a Carlo Marzano, Fare Vela
e per conoscenza a Maurizio Anzillotti - SoloVela

Carissimo Costabile
la ringrazio per la risposta e per la lunga conversazione seguitane. La materia è complessa e quindi cerco di fissare solo alcuni punti base. Tralascio del tutto il campo del noleggio, ampiamente regolamentato dalla nuova legge, e mi concentro solo sulla locazione.

  1. Siamo d'accordo: non esiste una professione di skipper e ciò è male per gli utenti e per gli skipper stessi.
    Poche cose dovrebbero esser fatte:
    • istituire un patentino di skipper per imbarcazioni in locazione ottenibile dopo aver seguito un certo numero minimo di corsi (nella ns Associazione raccomandiamo: Pronto soccorso, Sicurezza e uomo a mare, Sopravvivenza, Apparato Motore e Impianti e Inglese marittimo) più un certo numero di miglia di navigazione.
    • definire un contratto tipo tra armatore e skipper, che definisca compiti e responsabilità, dove vengano chiariti gli aspetti assicurativi ecc.
    • istituire un meccanismo che "memorizzi" le navigazioni fatte dallo skipper
    • far si che le navigazioni così memorizzate permettano allo skipper di accedere alle figure professionali del noleggio, se lo desidera.
  2. Sono anche d'accordo sulla sua idea che un modo per sviluppare il turismo nautico sia l'imbarco individuale. Il co-fondatore della ns Associazione ha costituito una ditta sulla base di una legge Regionale del FVG che gli permette del tutto legalmente di portare nella sua barca a vela, regolarmente iscritta in Capitaneria, amanti del mare e della vela e semplici curiosi. Il limite è che può navigare solo in ambito regionale. Mi sembrerebbe auspicabile una legge simile ma a livello nazionale.
  3. Le segnalo che la nostra Associazione ha istituito un Libretto che segue il navigante nella sua crescita di esperienza, fino a che non raggiunge i massimi livelli di qualità da noi previsti. Gliene invierò una copia, è ancora in fase sperimentale e mi piacerebbe avere il suo parere.
    Forse se ne dovrebbe istituire un secondo per i futuri skipper professionisti (quelli della locazione) dove segnare le loro navigazioni, firmato dagli armatori. Il viaggio potrebbe essere certificato da un fax in Capitaneria come lei suggerisce (una semplice comunicazione di partenza). Una specie di autocertificazione ma con il supporto di una evidenza certa.

Aprirò una discussione su questi argomenti nella Associazione e con altre organizzazioni con le quali siamo in contatto e forse, perchè no, potremmo organizzare un incontro/dibattito a Trieste anche con la Capitaneria, dove ovviamente lei sarebbe il relatore principale.

Nel complimentarla per l'entusiasmo che mette nell'argomento, la
ringrazio per la cortese attenzione che ha voluto darmi,

Giulio Mazzolini
Presidente
Accademia Adriatica Internazionale della Vela
Trieste
www.aaiv.it


Caro Costabile
qualche correzione a quanto le ho detto prima.
Il ns socio fa attività di NOLEGGIO in base alla legge sui natanti e in base a una ordinanza della Capitaneria, ecco l'equivoco, non esiste una norma Regionale.
Imbarca sulla sua barca individualmente delle persone facendo pagare un biglietto a ciascuna. Una attività piccola ma che può essere estesa a più natanti con più skipper. 

Questa mi sembra appunto una attività che potrebbe avere un sicuro sviluppo in Italia: un giovane skipper con la sua barca propone imbarchi a chi di vela sa poco o niente, o anche una piccola società propone imbarchi individuali con alcune barche e alcuni skipper.Ma questa attività non può restare limitata ai natanti a alle coste locali.

Ritengo che per questa attività sia però necessario qualcosa di più della semplice patente Nautica , p.e. una patente di skipper
ottenibile con corsi e miglia, come le ho scritto nella mia
precedente. E che per questa attività non sia necessario ottenere il titolo di Comandante così come lo prevede la legge attuale, che mi sembra fatta per attività economiche molto più importanti.

Giulio Mazzolini
Presidente
Accademia Adriatica Internazionale della Vela
Trieste
www.aaiv.it